
Le rette delle Rsa, per i malati di Alzheimer devono essere totalmente a carico dello Stato. Questo è quanto ha ribadito la Corte di Appello di Milano con la sentenza n. 1644/2025. “Quando l’assistenza prestata è connessa a un progetto terapeutico validato, le famiglie non devono pagare”.
Un milione di persone affette da Alzheimer
Secondo i dati del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanià, in Italia ci sono circa un milione di persone che soffrono di malattie neurodegenerative e, nella fattispecie, quasi 600mila colpiti da Alzheimer. Intorno a questi malati ruotano 3 milioni di familiari che spesso sono costretti ad accudire i propri cari a casa ricorrendo a badanti o infermieri professionisti. Il tutto con costi esorbitanti. L’alternativa è ricoverarli nelle Rsa, con rette che superano i 2mila euro al mese.
A stabilire che i costi per le persone affette da malattie neurodegenerative devono essere a carico dello Stato è la giurisprudenza. Così precisa la Consulcesi & Partners facendo riferimento a numerose sentenze. Corte di Cassazione (Ord. 26943/2024); Consiglio di Stato (3074/2025); numerosi ordinari e, da ultima, la Corte d’Appello di Milano (sentenza n. 1644/2025) che ha ribadito come le prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria debbano essere interamente a carico dello Stato.
Un servizio legale dedicato
Come riporta adnkronos.com, la Consulcesi & Partners ha attivato Soluzione RSA (www.soluzione-rsa.it), un servizio legale dedicato a chi sostiene oppure ha sostenuto rette Rsa per familiari affetti da gravi patologie neurodegenerative. L’obiettivo è quello far ottenere loro quanto spetta secondo le normative vigenti.
“Il principio è estremamente chiaro – spiega Bruno Borin, responsabile legale del network legale Consulcesi & Partners – quando l’assistenza prestata in Rsa è connessa a un progetto terapeutico validato, il Servizio sanitario nazionale deve farsi carico dell’intero costo. Dunque, le famiglie non devono pagare. E chi ha già pagato può chiedere il rimborso anche nel caso il proprio caro non sia più in vita. Le famiglie non dovrebbero fare causa per un diritto già riconosciuto – sottolinea – Serve una norma chiara e definitiva che tuteli questi cittadini fragili. Ma nel frattempo è essenziale far conoscere gli strumenti legali già disponibili. Parliamo di anziani non autosufficienti e di famiglie costrette a sacrifici enormi. E’ tempo che lo Stato riconosca anche economicamente ciò che è già un diritto costituzionale: la tutela della salute”.