Il nome del figlio divide TikTok e accende un dibattito feroce

Una coppia inglese svela il nome del neonato ispirato alla loro storia d’amore, ma il web si divide tra applausi e critiche. È giusto giudicare le scelte personali dei genitori?

TikTok Pony

Nel 2025, nell’era in cui ogni gesto privato può diventare virale, anche il nome di un neonato può trasformarsi in una questione pubblica. Lo hanno scoperto Morgan e Lou, una giovane coppia britannica, dopo aver annunciato su TikTok il nome del loro primo figlio: Pony Ramone Presley. Un nome insolito, senza dubbio, che in poche ore ha scatenato migliaia di commenti, opinioni e giudizi contrastanti.

Dalla musica all’anagrafe: la genesi del nome su TikTok

La scelta non è stata casuale. Morgan e Lou sono due appassionati di musica e hanno voluto dare al figlio un nome che racchiudesse la loro storia d’amore. “Pony” è un tributo alla canzone omonima di Orville Peck, artista sudafricano che ha fatto da colonna sonora al loro primo appuntamento. “Ramone” è un omaggio ai Ramones, ascoltati ossessivamente all’inizio della gravidanza. “Presley”, invece, è il vero cognome del bambino, che per una coincidenza sorprendente richiama il leggendario Elvis Presley.

Durante il video-annuncio su TikTok, Lou ha mostrato un body per neonati con il nome “Pony” scritto a caratteri cubitali, accompagnato dalla frase “Welcome to the world”. Un gesto tenero e affettuoso che però ha scatenato una tempesta mediatica.

Critiche feroci su TikTok: “È un bambino, non un cucciolo”

Sui social, non tutti hanno apprezzato l’originalità della coppia. Alcuni utenti hanno espresso preoccupazione per il futuro del bambino, temendo che un nome così particolare possa esporlo a prese in giro, bullismo o difficoltà nel mondo del lavoro.

“Ma vi rendete conto che dovrà presentarsi a un colloquio con quel nome?” ha scritto un utente. Un altro ha aggiunto: “È un bambino, non un animale domestico.” Le accuse di egoismo e ricerca di attenzione si sono moltiplicate, con qualcuno che ha definito la scelta “irresponsabile”.

Dalla parte della libertà: “Meglio unico che banale”

Non sono però mancati messaggi di sostegno. Diversi utenti hanno lodato la coppia per il coraggio di rompere con la convenzione e dare un nome che racconta una storia d’amore, ricordi condivisi e passione musicale. “Almeno non si chiama Kevin con la ‘y’”, ha commentato ironicamente un follower.

Per molti, un nome fuori dagli schemi può diventare un punto di forza, qualcosa che distingue e rende memorabili. In un mondo dove l’unicità è spesso celebrata ma raramente accettata, chiamarsi Pony potrebbe diventare un simbolo di orgoglio e personalità.

Il vero nodo: libertà personale o responsabilità genitoriale?

Questo caso solleva una questione più ampia: dove finisce la libertà dei genitori e dove inizia la responsabilità verso il futuro del figlio? È giusto che una coppia scelga un nome solo per significato personale, anche se rischia di essere frainteso o criticato dalla società?

Il caso di Pony ci ricorda che i social non sono solo spazi di condivisione, ma anche tribunali informali in cui ogni scelta può essere processata. Ma forse, come suggerisce qualcuno, dovremmo imparare a rispettare ciò che è diverso, soprattutto se nasce da un luogo di amore autentico.

Un nome, tante opinioni

In fondo, Pony è solo un nome. Ma dietro quel nome ci sono due genitori innamorati, una canzone speciale, e il desiderio di regalare al figlio un’identità che racconti una storia. Se crescerà amando ciò che rappresenta, forse il vero scandalo non sarà il nome, ma il bisogno di giudicarlo.