
Diciotto anni dopo l’efferato omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, il caso torna a far discutere. Le indagini, riaperte da tempo, si arricchiscono ora di nuove ipotesi e risvolti investigativi. La pista al vaglio degli inquirenti ipotizza che la giovane possa aver rifiutato di partecipare a situazioni per lei inaccettabili, scatenando una reazione violenta e letale da parte di chi non accettava quel “no”.
Chiara Poggi, una ragazza riservata in un contesto vivace
Chiara Poggi, descritta da chi la conosceva come una ragazza riservata, conduceva una vita distante dagli ambienti più festaioli della gioventù di Garlasco. Un contesto fatto di amicizie tra nerd, giovani tranquilli e amanti della PlayStation, ma anche di frequentazioni con figure più vivaci, come le cugine gemelle Stefania e Paola Cappa, abituali delle discoteche della zona. Proprio queste ultime sono tra le persone da cui sarà prelevato il DNA, nel tentativo di chiarire eventuali elementi finora sfuggiti.
Un gruppo unito, ma non troppo: i vecchi amici sotto esame
Al centro degli interrogatori anche il fratello di Chiara, Marco Poggi, che oggi vive a Mestre. I magistrati lo considerano una figura chiave: conosceva bene il gruppo di amici che ruotava attorno a lui e alla sorella, tra cui Andrea Sempio, nuovo indagato e vecchio amico fraterno. Secondo alcune fonti, però, i rapporti tra Marco e Andrea non sarebbero così stretti come si è sempre detto. Le contraddizioni nei racconti e le discrepanze tra le dichiarazioni rese in passato da Sempio e quelle di Marco alimentano ulteriori sospetti.
Il mistero delle telefonate e il DNA che può fare chiarezza
Nel mirino ci sono anche alcune telefonate effettuate da Sempio a casa Poggi nei giorni precedenti al delitto. Secondo quanto dichiarato, cercava Marco, che però si trovava in vacanza in Trentino. Curiosamente, Marco non ricorda di aver ricevuto notifiche di chiamate perse. Inoltre, i magistrati mettono in discussione l’alibi dello scontrino del parcheggio, da sempre al centro della difesa di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi condannato in via definitiva per l’omicidio.
Ora si attendono gli esiti delle nuove comparazioni genetiche. Oltre a Sempio e alle gemelle Cappa, anche altri ex amici saranno sottoposti a test del DNA: Roberto Freddi, Mattia Capra, Alessandro Biasibetti (oggi frate domenicano), e Marco Panzarasa, amico dell’epoca di Stasi. Nessuno di loro risulta indagato, ma le analisi potrebbero rivelare elementi cruciali.
Oggetti gettati nel canale e interrogativi mai risolti
Un testimone ha dichiarato che, proprio il giorno dell’omicidio, Stefania Cappa avrebbe gettato nel canale di Tromello alcuni oggetti pesanti. Questo ha portato i carabinieri a dragare nuovamente l’area, alla ricerca di prove potenzialmente decisive. Intanto, gli inquirenti tengono il massimo riserbo sull’incidente probatorio, i cui risultati arriveranno solo in autunno.
Speranze, dubbi e una verità ancora lontana
Alberto Stasi, che continua a professarsi innocente, segue gli sviluppi con una certa inquietudine. Il suo legale, Antonio De Rensis, parla di un uomo speranzoso ma ancora segnato dal peso della condanna. Dall’altro lato, la famiglia Poggi, rappresentata dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni, auspica che i nuovi accertamenti vengano interpretati alla luce di quanto già emerso nel processo. «Speriamo che tutto venga letto nel contesto giusto – ha dichiarato – altrimenti rischiano di essere solo sforzi vani».
Nel frattempo, resta aperta una domanda terribile e sospesa: Chiara ha pagato con la vita la sua scelta di dire no?