Inequalities: la 24ª Triennale di Milano affronta le disuguaglianze globali

Dal 13 maggio, un’esposizione internazionale che mette al centro il tema delle disuguaglianze nelle città e nel mondo, tra installazioni, progetti e riflessioni multidisciplinari.

Triennale Milano

Dal 1923, la Triennale di Milano ospita le Esposizioni Internazionali. Un appuntamento che ogni tre anni richiama artisti, architetti, designer e pensatori da tutto il mondo. Dopo aver esplorato i temi della sostenibilità ambientale con Broken Nature (2019) e dell’ignoto con Unknown Unknowns (2022), l’edizione 2025 completa la trilogia ponendo l’attenzione sull’uomo e sulle profonde disuguaglianze che attraversano le società contemporanee.

Triennale di Milano: le disuguaglianze del nostro tempo

Inequalities, titolo di questa 24ª edizione, è una riflessione condivisa e interdisciplinare sul divario crescente che caratterizza le nostre città, i nostri sistemi economici e le nostre vite. L’obiettivo è comprendere come queste differenze – economiche, geografiche, etniche, di genere – influenzino ogni aspetto dell’esistenza umana, e come progettare risposte capaci di affrontarle.

Una visione corale: mostre, installazioni ed eventi

Il progetto si sviluppa attraverso un insieme di mostre, installazioni e progetti speciali, coinvolgendo voci internazionali e discipline diverse come l’urbanistica, l’architettura, il design, la grafica e la sociologia. Le partecipazioni internazionali, coordinate sotto l’egida del Bureau International des Expositions (BIE), rafforzano la natura globale dell’indagine, sottolineando che il problema delle disuguaglianze non conosce confini.

Disuguaglianze visibili e invisibili

Come ricorda Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano e commissario generale della mostra, le disuguaglianze sono ovunque: nel modo in cui le città sono costruite, nell’accesso ai servizi essenziali, nella salute e nella longevità. Un dato su tutti: a Montecarlo l’aspettativa di vita è di 89 anni, mentre in Ciad si ferma a 52. Anche nelle metropoli europee come Torino, si registra una differenza di quattro anni tra chi vive in centro e chi abita in periferia.

Il rischio di una transizione ecologica ingiusta

Una delle riflessioni chiave di questa esposizione è che le grandi sfide globali – come la crisi climatica – non possono essere affrontate senza considerare le disuguaglianze di partenza. I paesi poveri, pur contribuendo solo al 2% delle emissioni globali di gas serra, sono i più colpiti dalle catastrofi ambientali. La stessa mobilità urbana, se non pianificata con attenzione, rischia di aggravare i divari sociali esistenti.

Dalla sostenibilità all’inclusione: la Triennale di Milano completa la trilogia

Broken Nature (2019) ha riflettuto sui legami danneggiati tra uomo e natura; Unknown Unknowns (2022) ha indagato l’ignoto come esperienza comune dell’umanità post-pandemica. Con Inequalities, la Triennale chiude un ciclo affrontando una questione profondamente politica e culturale. Secondo Boeri, comprendere e ridurre le disuguaglianze è oggi la condizione necessaria per ogni altra trasformazione, ecologica o sociale.

Inequalities non è solo un’esposizione, ma un’occasione per dare forma a una cultura del progetto più consapevole, inclusiva e responsabile. Milano diventa così il punto di incontro per una nuova comunità internazionale che, attraverso il design e la ricerca, vuole immaginare un futuro più equo.