Quando il peso dei giganti schiaccia i piccoli: l’epilogo di Lino Rosada

A Gaiarine, un imprenditore onesto e amato dalla comunità si è tolto la vita dopo la chiusura dell’azienda di famiglia, causata dall’interruzione improvvisa delle commesse di una multinazionale. La sua storia è il simbolo del prezzo umano dei giochi economici dei potenti.

funerale Lino Rosada

Lino Rosada aveva 57 anni e una vita spesa nel lavoro e nell’impegno per la sua comunità. La sua azienda, la Link sas, era una realtà familiare specializzata nella produzione di schede elettroniche, costruita con sacrificio insieme alle sorelle. Ma tutto è cambiato quando il principale cliente, una multinazionale americana con sede in Germania, ha comunicato l’intenzione di sospendere le commesse nel giro di pochi mesi. Una decisione che ha compromesso l’equilibrio economico dell’impresa, portando inevitabilmente alla sua chiusura.

Lino Rosada: una scelta condivisa, un dolore nascosto

La decisione di cessare l’attività è stata presa insieme alle sorelle, dopo attenta valutazione. Nonostante la lucidità con cui Lino stava affrontando questo cambiamento, e nonostante avesse già fissato alcuni colloqui per ricollocarsi come dipendente, dentro di lui covava un dolore che non aveva lasciato intravedere.

Domenica 6 aprile, nel silenzio della sua casa a Gaiarine, Lino ha deciso di farla finita. A trovarlo è stato il padre. Le sorelle, sconvolte, raccontano come nulla avesse lasciato presagire un gesto così estremo. «Avevamo parlato del futuro, dei colloqui già fissati. Pensavamo che la nostra scelta fosse un nuovo inizio», ha dichiarato Katiuscia Rosada.

La fragilità di Lino Rosada che i numeri non raccontavano

Dietro i bilanci, le strategie aziendali e le delibere delle multinazionali, ci sono persone. C’è la vita di imprenditori che ogni giorno mettono tutto in gioco, che lottano con dignità e che spesso, pur non facendo rumore, portano il peso di scelte altrui.

Lino Rosada viveva già un momento di fragilità personale dopo la perdita della madre, ma continuava a progettare il domani. Le sue sorelle escludono qualsiasi collegamento con fattori politici, come i dazi o gli equilibri geopolitici, ma è chiaro che le dinamiche economiche su larga scala possano trasformarsi in tragedie per chi si trova nel mezzo, senza strumenti per difendersi.

Una comunità sotto shock

A Gaiarine, piccolo comune della provincia di Treviso, la notizia ha lasciato sgomenti tutti. Lino non era solo un imprenditore, ma anche un cittadino attivo, conosciuto e stimato. La sua scomparsa improvvisa ha sollevato interrogativi dolorosi su quanto il sistema economico globale possa essere indifferente alle persone reali, quelle che non fanno notizia finché non accade l’irreparabile.

Oltre il silenzio: una riflessione necessaria

Questa non è solo una storia di crisi aziendale. È una storia di dolore umano, di impotenza, di un uomo che ha cercato di reagire ma che, forse, si è sentito lasciato solo nel momento più difficile.

Parlare di suicidio è difficile ma necessario. È un tema che riguarda tutti: le famiglie, le comunità, le istituzioni. Quando un uomo come Lino, lavoratore onesto e determinato, si arrende, non è solo una perdita privata. È una sconfitta collettiva. Una di quelle che dovrebbero farci fermare e chiederci: quanto vale davvero la vita di un piccolo imprenditore in un mondo dominato dai giochi di potere dei grandi?