Sanità pubblica a rischio: Francesca Mannocchi e l’urgenza di una riforma

Lunghe attese per esami diagnostici e l'aumento dei costi nel settore privato mettono in crisi il Servizio Sanitario Nazionale. Il caso di Francesca Mannocchi diventa simbolo di un problema diffuso.

Mannocchi Sclerosi multipla

La giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi, affetta da sclerosi multipla, ha raccontato in un post diventato virale la sua esperienza con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Per eseguire una risonanza magnetica di controllo, necessaria per monitorare l’evoluzione della sua malattia, si è trovata di fronte a un’attesa di quattro mesi. L’alternativa? Un esame privato disponibile in pochi giorni, ma al costo di 680 euro.

Francesca Mannocchi: liste d’attesa infinite e costi insostenibili

L’esperienza di Francesca Mannocchi non è isolata. Molti cittadini italiani si trovano a dover affrontare tempi di attesa inaccettabili per esami diagnostici e terapie essenziali. Secondo il settimo Rapporto della Fondazione Gimbe, nel 2023, quasi 4,5 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare alle cure mediche a causa dei costi elevati o delle lunghe attese nel pubblico.

Il diritto alla salute e l’erosione della sanità pubblica

L’articolo 32 della Costituzione Italiana sancisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Tuttavia, la realtà mostra come questo diritto sia sempre più compromesso. Tagli alla spesa sanitaria, mancanza di investimenti e una gestione inefficiente del sistema pubblico stanno erodendo progressivamente l’accesso alle cure.

Mannocchi e il settore privato: una soluzione per pochi

Mentre il sistema pubblico fatica a garantire prestazioni tempestive, il settore privato prolifera. Chi può permetterselo ottiene visite e esami in tempi rapidi, mentre chi non ha le risorse economiche si trova costretto ad aspettare mesi o a rinunciare del tutto alle cure necessarie. Questo scenario sta creando una sanità a due velocità, dove il diritto alla salute diventa un privilegio.

Un sistema sanitario da ripensare: quali soluzioni?

Di fronte a questa crisi, è necessario un intervento politico deciso. Tra le soluzioni possibili:

  • Maggiori investimenti nel SSN, per garantire risorse sufficienti a ridurre le liste d’attesa.
  • Potenziamento della digitalizzazione e dell’efficienza gestionale, per ottimizzare le prenotazioni e ridurre i tempi morti.
  • Blocco del fenomeno della fuga verso il privato, regolamentando meglio l’intramoenia e riequilibrando le risorse tra pubblico e privato.
  • Potenziamento dell’assistenza per le malattie croniche, per garantire ai pazienti un percorso di cura semplificato e prioritario.

Un appello alla responsabilità collettiva

Come sottolineava Tina Anselmi, madre fondatrice del Servizio Sanitario Nazionale, “la democrazia è un bene fragile” che necessita della responsabilità di tutti. La tutela della sanità pubblica non è solo un dovere della politica, ma un impegno che riguarda l’intera società. Senza un’azione concreta, il rischio è quello di assistere a una progressiva demolizione di un diritto fondamentale, con conseguenze drammatiche per milioni di cittadini.