Inseguimento tra Romano e Cologno: ladri in fuga si schiantano, arrestati

Zio e nipote tentano di sfuggire alla Polizia Locale con un furgone rubato, ma finiscono fuori strada

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Una semplice verifica della Polizia Locale si è trasformata in un pericoloso inseguimento nella mattinata di domenica 16 febbraio a Cologno al Serio. Gli agenti hanno notato un uomo alla guida di un Fiat Doblò mentre parlava al telefono e hanno deciso di fermarlo per un controllo. Ma invece di accostare, il conducente ha premuto sull’acceleratore. Si sarebbe lanciato con mezzo forzando il posto di blocco e dando il via a una fuga a tutta velocità tra le strade della zona.

Cologno: un furgone pieno di refurtiva

Il veicolo non era solo guidato da un ladro in fuga, ma risultava rubato il giorno precedente a Ponte San Pietro. Anche la targa era stata trafugata, precisamente da un’auto a Erba, in provincia di Como. All’interno del Doblò, gli agenti hanno rinvenuto un’ingente quantità di merce rubata: motoseghe, un soffiatore, due decespugliatori e altri attrezzi, sottratti dal magazzino comunale di Osio Sotto. Inoltre, recuperata una borsa da donna, rubata mezz’ora prima da un’auto parcheggiata fuori dal cimitero di Spirano, alla quale erano stati rotti i vetri.

Cologno al Serio: inseguimento, schianto e arresto

Dopo un inseguimento ad alta velocità, il furgone ha perso il controllo all’incrocio tra la Cremasca e via Alcide De Gasperi a Cologno al Serio, finendo contro un ostacolo. Nonostante lo schianto, i due occupanti sono riusciti a scendere e hanno tentato di fuggire a piedi. Tuttavia, gli agenti della Polizia Locale del distretto della Bassa Bergamasca Orientale, sotto la guida del comandante Arcangelo Di Nardo, li hanno rincorsi e bloccati dopo una breve colluttazione.

Zio e nipote con una lunga lista di precedenti

I due uomini arrestati sono zio e nipote, rispettivamente di 60 e 25 anni, residenti a Milano e già noti alle forze dell’ordine per numerosi reati contro il patrimonio, tra cui furto, rapina, truffa e appropriazione indebita. Dopo l’arresto, sono stati trasferiti nel carcere di Bergamo con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione. Tutta la refurtiva è stata riconsegnata ai legittimi proprietari.