Fermato un ventitreenne di origini nobili per l’agguato del machete a Torino

Pietro Costanzia di Costigliole ai poliziotti: “Ero già ricercato per un reato commesso in Spagna, pensavo veniste per quello”. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora è caccia al suo complice.

Nel pomeriggio di ieri si è registrato un nuovo sviluppo nelle indagini sull’agguato subito da un giovane nel quartiere Mirafiori di Torino, gravemente ferito lunedì sera con colpi di machete. In questura è stato condotto un giovane di 23 anni, identificato come Pietro Costanzia di Costigliole  originario di Milano, fermato con l’accusa di tentato omicidio. Il sospettato è stato interrogato dal pubblico ministero incaricato dell’inchiesta, Mario Bendoni, assistito da due avvocati difensori. Ha dichiarato di non sapere nulla dell’episodio e al momento del suo arresto sembrava convinto che si trattasse di un’esecuzione di un provvedimento giudiziario spagnolo, dato che aveva trascorso un periodo in Spagna.

La squadra mobile della questura di Torino ha avviato una caccia all’uomo subito dopo l’aggressione al giovane di 24 anni, cercando gli aggressori. Le condizioni della vittima, ricoverata all’ospedale Cto, rimangono critiche. Gli è stata amputata la gamba sinistra dopo un intervento chirurgico durato oltre quattro ore, a causa delle gravi ferite subite.

La vittima è stata attaccata mentre era con la fidanzata su un monopattino in via Panizza. Testimoni hanno raccontato che sono stati avvicinati da uno scooter T-Max, con due persone con il volto coperto. Il passeggero è sceso e ha colpito il giovane con un machete, per poi fuggire rapidamente sullo scooter. La vittima è stata soccorsa da passanti, tra cui un operaio e due carabinieri fuori servizio, che hanno cercato di fermare l’emorragia. Le indagini si concentrano sulle conoscenze e sui luoghi frequentati dalla vittima, che vive con la nonna nel quartiere Santa Rita, vicino a Mirafiori Nord.

Prima dell’arresto del giovane di 23 anni, gli investigatori hanno interrogato la fidanzata della vittima e i suoi familiari. Si ipotizza che l’aggressione potrebbe essere stata motivata da gelosia o risentimento legati a presunti flirt della vittima con un’altra ragazza, ma questa pista non è stata confermata. Secondo alcune indiscrezioni Costanzia avrebbe aggredito il coetaneo a causa di una foto osé ricevuta via WhatsApp dalla sua fidanzata. Tuttavia, gli investigatori sospettano che il movente possa essere legato anche al traffico di droga. L’assessore regionale alla Sicurezza, Fabrizio Ricca, ha commentato l’accaduto definendo l’aggressione a Mirafiori Nord come “scioccante” e sottolineando la necessità di strategie per prevenire eventi simili, tra cui un migliore controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e un percorso di formazione culturale per i giovani inclini alla violenza.