Haiti ostaggio delle gang. Crisi umanitaria che si aggrava

La capitale di Haiti, Port-au-Prince, è sconvolta da un’escalation della violenza che ha costretto circa 40.000 persone ad abbandonare le proprie case in diversi quartieri. Ne avevamo già parlato qui. La crisi umanitaria che ne è derivata è già grave e rischia di peggiorare ulteriormente. Il 25 settembre, gli Stati Uniti e il Kenya hanno firmato un accordo di difesa per sostenere un intervento di mantenimento della pace ad Haiti. Con questo passo cruciale, tutto ciò che manca per creare questa forza di mantenimento della pace è l’approvazione delle Nazioni Unite. La richiesta di dispiegamento di forze internazionali e il fallimento della polizia nazionale haitiana (HNP) nel fermare la violenza hanno reso evidente la cruda realtà che in molte parti del Paese il governo haitiano non ha alcuna autorità.

Le vittime

Le vittime della violenza sono soprattutto donne, bambini, anziani e altri gruppi vulnerabili. Negli ultimi due mesi e mezzo, centinaia di civili sono stati uccisi nel fuoco incrociato tra gruppi armati che si contendono il controllo del territorio. Decine di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case, spesso portando con sé solo i vestiti che indossavano. Il numero degli sfollati ha raggiunto quota 200.000. Molti hanno perso tutto, dalle case alle attività commerciali. Ora vivono in povertà assoluta, senza beni personali e senza fonti di reddito. Hanno trovato rifugio in oltre novanta posti intorno a Port-au-Prince, tra cui scuole, chiese ed edifici abbandonati.

Appello dell’Onu

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha lanciato un appello per raccogliere fondi per aiutare le persone colpite dalla violenza. Il World Food Programme (WFP) sta fornendo assistenza alimentare a 550.000 persone, ma la crisi economica generale e il taglio dei finanziamenti stanno rendendo sempre più difficile fornire assistenza continua a tutti coloro che ne hanno bisogno. Molte persone ricevono solo un pasto al giorno. La situazione in Haiti è drammatica. La violenza sta devastando il Paese e la crisi umanitaria è sempre più grave. È necessario un intervento urgente per aiutare le persone colpite e prevenire una catastrofe umanitaria.

Le bande ad Haiti

Nel vuoto di potere esistente, le bande hanno preso il posto del governo. Un’accurata analisi del sito MilitantWire ricostruisce la storia del fenomeno. La più nota è l’Alleanza G9, precedentemente nota come G9 Family and Allies. Il G9, e il suo leader Jimmy “Barbecue” Chérizier, hanno guadagnato notorietà internazionale per il loro controllo sulla capitale di Port-au-Prince, dove commettono omicidi di massa, traffico di armi, rapimenti e altri crimini. Sono diventati una forza con cui fare i conti, spesso scontrandosi con l’HNP e le bande rivali per mantenere il territorio. La situazione in Haiti è il risultato di una lunga storia di instabilità politica e violenza.

Nel 1990 Jean-Bertrand Aristide fu eletto presidente, diventando il primo presidente democraticamente eletto in Haiti dopo 29 anni di dittatura. Aristide fu però estromesso da un colpo di Stato militare nel 1991. Gli Stati Uniti intervennero militarmente per ripristinare Aristide al potere nel 1994. Tuttavia, la sua amministrazione fu caratterizzata da corruzione e repressione, e fu nuovamente estromesso nel 2004 da un altro colpo di stato.

Dopo il colpo di Stato, il vuoto di potere ha creato un’opportunità per le bande criminali di prendere il controllo di vaste aree del paese. Le bande sono ora responsabili di una grande parte della violenza e della criminalità in Haiti.

 

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